VIA LA GIOVANNA SI SAREBBE DIVERTITA (gruppo del Popera - Dolomiti)

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Dopo aver trovato il cordino in un tentativo del 2004 e dopo essermi informato in maniera più approfondita sulle vie esistenti, io e il mio compagno di cordata siamo tornati decisi ad aprire una via nuova giusto a destra.
Detto e fatto ed ecco questo terzo itinerario, il più lungo finora aperto.
La via è stata aperta in due momenti diversi nel 2005 a casusa di un bel temporale con fulmini e lampi. Così siamo usciti prematuramente grazie ad una cengia e un prato pensile.

 

"Via la Giovanna si sarebbe divertita" sulla cima di Croda da Campo nel gruppo del Popera - Dolomiti Nota 1: L’attacco della via non è così immediato da raggiungere rispetto alle altre due vie descritte. Ma seguendo attentamente la descrizione non sarà difficile raggiungere la via.
Nota 2: Seppur sia possibile scendere in doppia dalla via, al termine dell'itinerario, conviene salire verso sinistra e raggiungere poi la penultima sosta della "via dei fulmini" e scendere da lì.

 

Nome della via Via la Giovanna si sarebbe divertita
Apritori Marco Di Tommaso e Federico Battaglin, a c. a.
Data apertura 14 Agosto 2004
Difficoltà Dal II al IV
Sviluppo 375 metri.
Gruppo montuoso Popera - Dolomiti
Montagna Croda da Campo, 2712 metri
Versante Parete Ovest

 

Avvicinamento

Lungo la strada che da Calalzo di Cadore va verso Misurina, poco dopo aver superato Auronzo di Cadore, si arriva alla chiesa di Reane e poco prima si sale verso i pendii. Ad un certo punto, poco prima che la strada asfaltata termini davanti ad una casa, si nota sulla sinistra il cartello con le indicazioni dei sentieri, e tra questi anche il numero 123. Seguirlo prima orizzontalmente per prati, poi in salita per boschi. Poco dopo si arriva ad una strada bianca che con larghi tornanti prende quota. Ad una curva verso sinistra, la strada bianca sale diritta verso seguendo la Val da Ambata che corre sulla sinistra. Dopo un’ora il sentiero diviene più ripido e passa sotto la verticale e strapiombante parete ovest del Castelletto d’Ambata. Dopo mezz’ora il sentiero sale meno ripido uscendo dal bosco e la valle si apre. Ad un certo punto, mentre il sentiero sale in direzione del bivacco Carlo Gera, si nota a destra un ghiaione che scende dalla forcella di Tacco (2347m), mentre a destra ancora si nota il letto di un torrente secco che scende dalla prete Ovest della Croda da Campo. Fin qui, circa 2 ore e 30 minuti, circa.Salire per il greto del torrente che proviene dalla base della parete Ovest, fino all’altezza di un canale che proviene da destra, dalla forcella che si trova tra il Castellato d’Ambata (a destra) e l’avancorpo alla base della parete Ovest di Croda da Campo. Salire il canale fino ad una forcella. Ora proseguire puntando alle pareti dietro il suddetto avancorpo. Si supera una zona di mughi seguendo il percorso più logico e facile. Quando si arriva verso le pareti, traversare a destra orizzontalmente fino ad incontrare un colatoio che scende da dietro l’avancorpo. Salire il colatoio per circa 50 metri, per poi attraversare orizzontalmente a destra per una esile cengia sino ad arrivare ad un prato sospeso sotto un grande strapiombo di roccia gialla-nera, ben visibile dal sentiero di avvicinamento.
Tempo di avvicinamento: 3h30 dal parcheggio auto, sopra la chiesa Reane ad Auronzo.

Discesa

La discesa avviene lungo diverse doppie per la via di discesa oppure per la via dei fulmini, attrezzata per le doppie (chiodo e cordone). Nel primo caso con 9 doppie si arriva esattamente al punto di partenza. Nel secondo caso, si va verso nord fino ad incontrare un colatoio che sale verso la cima vera e proprio dei Corda da Campo. Anziché salire per la larga cengia, traversare a sinistra passando sotto una paretina di dieci metri fin quasi a delle roccette dell’ultimo tiro della via dei fulmini. Ora scendere leggermente puntando al primo ancoraggio delle doppie.Con 5 doppie, si arriva alla base delle rocce della parte alta della parete Ovest e ad un prato pensile. Da qui, traversare a sinistra per cinquanta metri fino ad un pendio erboso. Scendere puntando al profondo colatoio che separa l’avancorpo dalla parete e che si ha seguito per una cinquantina di metri durante l’avvicinamento.Prima di arrivare al colatoio, traversare a sinistra verso dei mughi e scendere alcuni metri fino a trovare un cordone per una doppia da 50 metri. Alla base traversare a sinistra fino ad un cordoneper l’ultima breve doppia di 20 metri. Queste due doppie si possono evitare con un’arrampicata di II+ e II grado rispettivamente. Scesi qualche metro per il colatoio, un ometto di sassi indica il punto dove entrare tra i mughi e ritornare verso la forcella e verso il sentiero 123.
Tempo di discesa: 2h30 minuti fino alla base.

La via

1° tiro.
Salire a sinistra dello strapiombo per delle roccette (II+). Quando si arriva al bordo dello strapiombo, un colatoio prende posto delle boccette e ci si sposta un paio di metri a destra e si continua a salire diritti fino ad una piccola cengetta posta in mezzo ad un colatoio superficiale.
(S1: 1 chiodo; 45m, II+).

2° tiro.
Seguire leggermente il colatoio per alcuni metri, per poi obliquare a sinistra per prendere facile colatoio molto bello. Si supera una strozzatura (III, cordone lasciato su una clessidra) e arrivare a delle placche (III-) fino ad arrivare ad una cengia posta sotto un muretto.
(S2: 1 chiodo; 45 m, III, III-).

3° tiro.
Superare il muretto soprastante (IV, lasciati un cordone su clessidra e un chiodo poco oltre). Spostarsi un po’ a sinistra e superare dei facili gradoni che portano ad una bella placca. Un diedro infine porta ad un anfiteatro erboso e sassoso. Si sosta giusto a sinistra di un piccolo piastrino.
(S3: 1 chiodo; 30 m IV, II e III, 1 cordone e 1 chiodo lasciati).

4° tiro.
Dalla sosta spostarsi a destra e superare il muro aggettante sopra l’anfiteatro nel punto più facile. Si superano delle placche (III-), poi dei facili gradoni (II). Si arriva sotto un piastrino che si supera passando a destra (IV) e per facili rocce (II) si arriva in sosta.
(S4: 1 chiodo; 45 m, IV, II e III-).

5° tiro.
Segue poi una zona a facili gradoni che separa la prima dalla seconda parte della parete Ovest.
(S5: 1 chiodo; 45 m, II e II+).

6° tiro.
Con un breve tiro su un pendio erboso e sassoso, si arriva ad una placca, dove si sosta.A sinistra della placca si nota una evidente e profonda spaccatura-camino.
(S6: 1 chiodo; 15 m, I).

7° tiro.
Superata la breve placca sopra la sosta, si punta ad uno spigolo che si trova a destra del camino sopra citato. Sopra la placca, si nota un piastrino che si supera a sinistra (IV, un cordone su clessidra). Rocce più facili portano ad un punto di sosta.
(S7: 1 chiodo; 50 m, II+, IV, II).

8° tiro.
Altre roccette facili portano ad una bella placca (III+). Segue poi un risalto roccioso che porta ad un punto di sosta sotto un diedrino.
(S8: 1 chiodo; 50 m, I).

9° tiro.
Dalla sosta puntare ad un diedrino (III-). Ormai le difficoltà sono terminate e delle facili rocce portano ad una grande cengia che segna il termine della parete Ovest della Croda da Campo.
(S9: 1 chiodo tolto; 50 m, III-, poi II).

 


Bella via su roccia buona lunga e in ambiente isolato e fantastico.



Federico Battaglin
Italy
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