VIA DELLA CONSOLAZIONE (gruppo del Popera - Dolomiti)

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Dopo aver aperto sulla parete Ovest di Croda da Campo la prima via, “la Giovanna si sarebbe divertita”, abbiamo guardato bene la parte sinistra della parete, alla ricerca di altre possibili linee di salita.
Così abbiamo notato una possibilità a sinistra dell’avancorpo da aggirare per arrivare all’attacco della prima via da noi aperta. Così ci siamo armati di grande entusiasmo, anche perché la via sarebbe stata più lunga.
Ci portiamo così sotto il canale che separa la parete Ovest dall’avancorpo e abbiamo notato così il punto esatto per la salita. Parto io ma nemmeno ad una decina di metri dalla base il mio entusiasmo viene bloccato da un cordino bianco. Con una serie di "porchi", scendo giù: giornata rovinata! A quel punto sorgeva una domanda: “che fare?”. Così ci siamo guardati intorno e a destra del canale abbiamo notato una piccola cima, il Castellato d’Ambata, cima su cui non esisteva alcuna via d’arrampicata. Ed ecco che è nato questo simpatico itinerario.

 

"Via della consolazione" sulla Cima di Castellato d'Ambata nel gruppo del Popera - Dolomiti Nota 1: L’attacco della via quasi alla fine della cengia che corre lungo la parete nord. A 6-7 metri vi è un chiodo lasciato.
Nota 2: La via è chiodata nei primi dove sono concentrate le difficoltà.
Nota 3: La qualità della roccia è buona, soprattutto nei punti più difficili. Purtroppo nei tratti facili, la roccia è un po’ sporca da detriti, quindi è necessario prestare un minimo di attenzione.

 

Nome della via Via mare di nuvole
Apritori Marco Di Tommaso e Federico Battaglin a c. a.
Data apertura 9 Ottobre 2004
Difficoltà Dal II al IV
Sviluppo 250 metri.
Gruppo montuoso Popera
Montagna Castellato d'Ambata, 2006 metri.
Versante Parete Ovest-Nord-Ovest

 

Avvicinamento

Lungo la strada che da Calalzo di Cadore va verso Misurina, poco dopo aver superato Auronzo di Cadore, si arriva alla chiesa di Reane e poco prima si sale verso i pendii. Ad un certo punto, poco prima che la strada asfaltata termini davanti ad una casa, si nota sulla sinistra il cartello con le indicazioni dei sentieri, e tra questi anche il numero 123 (880m s.l.m.). Seguirlo prima orizzontalmente per prati, poi in salita per boschi. Poco dopo si arriva ad una strada bianca che con larghi tornanti prende quota. Ad una curva verso sinistra, la strada bianca sale diritta verso seguendo la Val da Ambata che corre sulla sinistra. Dopo un’ora il sentiero diviene più ripido e passa sotto la verticale e strapiombante parete ovest del Castelletto d’Ambata. Dopo mezz’ora il sentiero sale meno ripido uscendo dal bosco e la valle si apre. Ad un certo punto, mentre il sentiero sale in direzione del bivacco Carlo Gera, si nota a destra un ghiaione che scende dalla forcella di Tacco (2347m), mentre a destra ancora si nota il letto di un torrente secco che scende dalla prete Ovest della Croda da Campo. Fin qui, circa 2 ore e 30 minuti, circa.Salire per il greto del torrente che proviene dalla base della parete Ovest, fino all’altezza di un canale che proviene da destra, dalla forcella che si trova tra il Castellato d’Ambata (a destra) e l’avancorpo alla base della parete Ovest di Croda da Campo. Salire per un po’ il suddetto canale fino a poter traversare a destra lungo dei prati inclinati, poi lungo una cengia che muore poco dopo l’attacco della via.
Tempo di avvicinamento: 2h50 dal parcheggio auto, sopra la chiesa Reane ad Auronzo.

Discesa

La discesa è davvero elementare. Dalla cima, guardando verso la parete Ovest di Croda da Campo, si nota una forcella poco più sotto. Scendere quindi per una esile traccia per mughi fino a suddetta forcella. Da qui si scende a sinistra per il canale citato in precedenza (vedere la descrizione dell’avvicinamento). Se si vuole scendere verso il sentiero, allora si scende completamente il canalone. Se invece si vuol ritornare alla base della via, al termine delle rocce di sinistra, abbandonare il canale e andare verso sinistra.
Tempo di discesa: 10-15 minuti.

La via

1° tiro.
Si sale per una parete di roccia verticale con arrampicata dapprima un po’ atletica (IV, 1 chiodo lasciato), poi più tranquilla (IV, 1 chiodo lasciato). Segue poi un falso colatoio che si percorre per una ventina di metri fino ad un discreto punto di fermata.
(S1: 1 chiodo; 35 m, IV, III-, poi II, 2 chiodi lasciati).

2° tiro.
Si continua per il facile colatoio costeggiando due grossi mughi che si trovano il primo a sinistra, il secondo a destra. Si sosta poco prima ad un muretto ripido.
(S2: 1 chiodo; 35 m, II+).

3° tiro.
Dalla sosta superare il primo muretto uscendo grazie ad una larga fessura (IV), spostarsi leggermente a sinistra e superare uno strapiombo del secondo muretto (IV, 1 chiodo lasciato) e poco dopo si arriva in sosta.
(S3: 1 chiodo; 35 m II/III, passaggi di IV, 1 chiodo lasciato).

4° tiro.
Dalla sosta superare dei gradoni rocciosi ad un ennesimo muretto ripido (IV) eventualmente aggirabile più facilmente a destra (II+). Si arriva ad una zona di mughi, e si sosta alcuni metri sopra e a sinistra, sotto uno strapiombo.
(S4: sosta su mugo: 45 metri, II/III, un passo di IV evitabile, II+).

5° tiro.
Salire per percorso elementare.
(S5: sosta su mugo: 40 m, I+).

6° tiro.
Si continua per facili rocce a gradoni ed erba fino in vetta.
(S6: sosta su mugo: 60 m, I+).

 


Simpatica via su difficoltà basse, su roccia abbastanza buona e in un ambiente molto bello.



Federico Battaglin
Italy
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