SPELEO-RACCONTO: "In... grotta"

Quello che segue è uno speleo-racconto, inedito, e un po' particolare... Nel senso che ad una prima lettura, nel senso che ad una prima lettura si può anche non capire il significato più profondo, anzi, direi, nascosto. Così, può essere necessario rileggerlo non solamente una sola volta!

Vedi il racconto in formato PDF E' possibile vedere il racconto in formato "pdf": Speleo-racconto_In_grotta.pdf (13Kb)
Scarica il racconto in formato PDF in un file zippato E' possibile scaricare il racconto in formato "pdf" in un file zippato: Speleo-racconto_In_grotta.pdf (9Kb)
Per la visualizzazione é necessario il Reader 4.0 o superiore, scaricabile gratuitamente dal sito Adobe:www.adobe.com.

 

"Accidenti! Devo andare un po' più piano… sennò va a finire che inciampo o, peggio, cado da qualche parte… E così, patatrac, fine del giro in grotta e fine del divertimento".
"Eh no, questo no!", si disse accigliato, quasi spaventato da quest'idea.
"Devo cercare di coordinare i movimenti e il respiro. Sì, e anche respirare con più calma!".
Rallentò il ritmo e prese ad andare con più calma, con più razionalità, come una volta. Guardandosi anche un po' intorno.
Dopo un po' si fermò e si mise ad ascoltare tutto ciò che poteva udire. Si ascoltò prestando attenzione a tutte le parti del suo corpo. E ascoltò anche la grotta. Il tutto: la tranquillità!
E infine pensò. Iniziò a chiedersi dov'era, da quanto tempo era lì e dove voleva andare. Non era facile, dopo aver corso lungo meandri, meandri e ancora meandri. I meandri, ma cosa sono? Piacere o incubo?
"Oh sì, non mi viene in mente il nome della grotta, ma so che è bello stare qui e lo è pure anche questo correre quasi affannoso. Sembra di esistere in modo più vivo…".
Fece mentalmente il percorso a ritroso, da lì, sempre più indietro, fino all'uscita; no!, fino all'ingresso della grotta.
"Oh, certo, l'ingresso, l'ingresso. Già, con tutta quella vegetazione, con quei cespugli enormi e con quegli arbusti, poco ci mancava che fossi ancora lì a cercarlo!"
Anche l'ingresso era particolare, su una breve paretina rocciosa verticale solcata da quella spaccatura che permette d'arrivare fin lì. Come in certi altri caverne, c'era quel vento magnetico che risucchiava e che irrimediabilmente attira, attira a contemplare le meraviglie che grotte o abissi, come questo, racchiudono. E, poi, ecco, sempre lui, il meandro.
E intanto si guardò intorno a contemplare quella struttura morfologica che vien chiamata meandro, che attira molti, ma che anche molti respinge.
La galleria continuava in due direzioni: da dove era venuto e dove voleva andare. "Ovvio!". Sì, ovvio, ma non sempre!
In quel momento non era stretta, anzi si poteva star davvero comodi, ma ancora per quanto? Fino a quando non avrebbe ripreso a muoversi. Muoversi, chi?, lui? Chi lo sa! Ma la galleria era soprattutto alta: alta a perdita d'occhio.
Alta e purtroppo, a volte, forse troppe volte?, bisognava procedere a mezz'altezza, sospesi nel vuoto. Sopra e sotto, o più larga o più stretta. Ma raramente lo stretto era sotto! Come sempre…
Ma con quel vento magnetico che risucchiava, bisognava stare attenti a non lasciarsi troppo trasportare e correre. Altrimenti si perde un colpo, un appiglio o un appoggio e patatrac, si fa cilecca e si va giù. Si fischia giù e tutto finisce: finisce, parola maledetta!
Dall'ingresso fin lì, dapprima la grotta era asciutta, fossile, per dirla in modo scientifico, e ciò faceva anche piacere, ma ora non più! Troppo caldo. E nei punti stretti, quasi sembrava di far più fatica a proseguire.
"Mannaggia!". Sembra che certi spigoli, certe asperità facciano di tutto per non lasciarti passare… Ma per noi, pareti bagnate, stillicidio, tutto ha un solo significato: minor attrito, meno fatica e maggior scorrevolezza e piacere", pronunciando queste parole quasi se non lo sapesse ancora.
E allora sì che il meandro, lui se lo fuma. Via come una volta, a far tanta strada, vedendo meandri di tutti i tipi e di tutte le difficoltà. Proprio in questi meandri si sente e si assapora l'essenza della speleologia, a tu per tu con la grotta, con le sue pareti calde e umide.
Così la corsa continuava e spazio e tempo si confondevano. Cos'è che fa cambiare e modulare il meandro? E' lo spazio o il tempo? O tutt'e due? Difficile dirlo. Ma poi, sinceramente, cambiava qualcosa?
"No, le sensazioni sono le stesse e son queste quelle che più contano: il meandro è bello, come dicono alcuni, ma guai a farsi troppo sentire!".
"Movimento relativo". Movimento relativo, sembra che sia proprio questo che conti!
Finì di guardarsi attorno, si compiacque per essere lì, solo, a godere di quei momenti assai piacevoli di trovarsi a tu per tu con la grotta. Ma mica poteva stare lì in eterno a crogiolarsi solo per essere lì!
"Beh, ora andiamo, si riparte!" Energia cinetica e quindi calore. Manca uno e manca l'altro. Cominciava a far un po' freddino e non era la cosa più piacevole e più giusta.
E così continuò ad avanzare, ora più piano, ora con più foga, come se dovesse far presto, come se avesse un cronometro in mano o se ce l'avesse qualcun altro.
Ora era costretto ad aerei passaggi.
O il meandro si allargava e allora con tecniche raffinate bisognava superare passaggi delicati ma entusiasmanti. Sentire la tensione dei propri muscoli alla ricerca dell'appiglio minuscolo o dell'appoggio in aderenza, aderenza che le pareti generosamente offrivano.
O il meandro si stringeva e allora ecco ad essere a stretto contatto con la grotta, con la sua grotta del momento. E allora lì sì che si percepiva il movimento relativo e fluido. Come se per qualche motivo, la grotta lo stringesse sì, ma lasciandolo andare avanti, fluido, per fessure anguste e crepe incredibilmente strette. Anche in quei momenti, il piacere era proprio vivo: capire la fessura, la strettoia e mediante contorsioni ben studiate, passarle.
Ecco la parola giusta, studiate. Si, niente movimenti azzardati o improvvisati, sennò la fessura, la strettoia ti strittola e sei fregato! Perdi il giro e devi tornartene indietro, per una prossima volta, quando si è in grado di capire il passaggio. Sempre se ci sarà la famosa prossima volta…
Ma esso sarà uguale? O la combinazione spazio - tempo l'avrà resa diversa con qualche processo del tutto casuale e, per questo, indecifrabile?
E intanto la progressione proseguiva con la grotta che gli offriva passaggi sempre nuovi, movimenti sempre nuovi e quindi sensazioni sempre nuove.
"A volte, mi sembra, andando con questo ritmo, di essere fermo e che sia la grotta a muoversi! Cos'è? Sento il mio respiro affannoso, i miei muscoli lavorare sodo… Cos'è questa perdita di concezione temporale? E' forse quel Nirvana di chi sale oltre gli ottomila metri di altezza? O certe forme di mistiche ascese dei maestri yoga? E il Nirvana, poi, cos'è? Uno stato allucinatorio, una condizione di grazia o uno stato orgasmico?
"Mah!", sospirò quasi sconsolato di esser senza risposta. Speleologi, alpinisti o anche filosofi? Ma non era certo il momento di filosofare su questioni pratiche, reali e tangibili!
"Mah, chi lo sa, so solo che ora questa fantastica progressione in questa grotta meravigliosa e sempre varia è semplicemente e incredibilmente piacevole". Una cavalcata negli abissi.
La grotta infine gli sembrò meno stretta e più rilassante. Come se le difficoltà ambientali e morfologiche fossero diminuite così all'improvviso, in un sol colpo.
E anche lui si sentì con i muscoli meno tesi, più rilassati. Ma non per questo meno felice.
"E' come quando uno sforzo, una tensione psicofisica cessasse… Tutte le tensioni finivano, ma sei ancora lì che ti muovi, ma con più calma. Le difficoltà sono alle tue spalle, ma sei contento lo stesso, forse anche di più. Una sonnolenza e un dolce far niente, s'impossessa di te…".
Si, anche a lui stava capitando quello che molti provano quando una discesa e risalita impegnativa o una scalata molto difficile ha termine, così all'improvviso, senza accorgersi.
Il corpo si scioglie, venendo a mancare la struttura fatta di tensione emotiva e psicofisica.
E così, quasi per incanto si trovò a tornare indietro verso quella zona che prima aveva chiamato ingresso!
"Davvero una bella grotta, un fantastico meandro, quasi senza fine".
"Davvero una bella soddisfazione e… sicuramente anche per questa grotta dalla struttura biomorfologica a meandro!", disse euforico e in quel modo tale da aspettarsi qualche risposta positiva…


(Pd, 06-08-1999)





Federico Battaglin
Italy
Cellulare (SMS): (+39) - 340-5890259
e-mail: info@febat.com