VIA OBLIQUA (sottogruppo del Moschesin, Tamer - San Sebastiano).

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Il nome un po’ strano della via è dovuto al fatto che, arrivati a quasi 40 metri dalla cima, non stato possibile uscire per il camino alla fine del largo diedro che caratterizza la parete, data la friabilità della roccia. Così la via, passando sotto agli strapiombi sommatali, esce a destra per facili rocce.

 

Via obliqua ad una delle Cime de le Forzelete nel sottogruppo del Moschesin

Nota 1: La parete in questione è piuttosto evidente, in quanto, sia alla base, sia poco sotto alla cresta di vetta, sono presenti degli evidenti strapiombi. Inoltre, a sinistra, essa è delimitata da un largo diedro, a sinistra del quale la roccia è friabile e di color giallastro.
Nota 2: La qualità della roccia è piuttosto buona, salvo che è un po' sporca di detriti e quindi è necessario prestare le dovute precauzioni del caso.
Nota 3: La via non è rimasta chiodata. L'attacco della via e qualche sosta hanno un piccolo bollino di vernice rossa.

 

 

Nome della via Via obliqua
Apritori Federico Battaglin, Marco di Tommaso e Giovanna Galeazzo a c. a.
Data apertura 21 Luglio 2002
Difficoltà Dal I al IV
Sviluppo 310 metri.
Gruppo montuoso Sottogruppo del Moschesin (Tamer)
Montagna Cime de le Forzelete, 2310 metri.
Versante Parete Ovest

 

Avvicinamento

Dalla "Agordina" prendere la carreggiabile che porta al Passo Duràn; lasciare l'auto al piazzale presso il Sasso di Caleda, ovvero dove il sentiero n° 543 abbandona la strada asfaltata. Seguire il sentiero, per circa un'ora, fino a superare la parete del Tamer e fino ad arrivare a vedere il Castello del Moschesin. Quindi portarsi davanti alle Cime de le Forzelete.
Dal sentiero, prima di entrare in una zona mugosa, è ben visibile un canalone che sale fin sotto la parte sinistra della parete in questione. Questa è facilmente individuabile, in quanto, sia alla base, sia poco sotto la cresta di vetta, sono presenti dei marcati strapiombi; a sinistra poi vi è un largo diedro, a sinistra del quale la roccia è friabile e di color giallastra.Seguire quindi interamente il canalone fino ad arrivare sotto alla parte sinistra della parete, ovvero fino sotto all'inizio del suddetto diedro.
Tempo di avvicinamento: 2 ore e mezza circa.

Discesa

La discesa avviene dalla parte opposta rispetto alla salita.
Dalla cresta di vetta, per pendio di sfasciumi, scendere un centinaio di metri fino a trovare il sentiero che permette di scendere verso l'auto.
Ci sono due possibilità:
1) Andare verso destra per Forcella della Gardesana e poi per Forcella Larga. Da questa poi si ritorna al sentiero n°543, quindi all'auto. Il percorso è un po' lungo, ma tranquillo anche in caso di pioggia, ma non di temporale con fulmini!
2) Andare verso sinistra per Forcella Dalla Porta. Da questa poi si scende direttamente all'automobile. Il percorso è più logico e diretto, ma un po' più delicato, soprattutto in caso di pioggia, in particolare il tratto finale.
Tempo di discesa: dalle 2 alle 3 ore e mezza a seconda del percorso.

La via

1° tiro.
Risalendo il canalone, portarsi fino alla radice del diedro, a sinistra di una fascia strapiombante. La via inizia in corrispondenza di una facile placca di roccia chiara. Percorrerla obliquando verso destra, puntando ad un piastrino, a destra del quale c'è un caminetto.
Sostare circa 2 metri sotto la cengia posto sotto al pilastrino.
(S1: ancoraggio naturale; 50m, III-, II, III-: 1 ch lasciato).

2° tiro.
Rimontare sulla cengia e risalire il caminetto soprastante. Affrontare poi una fessura per poi portarsi per rocce più facili. Sostare su una piccola cengia, una decina di metri sopra.
(S2: 1 ch tolto; 45m, III, III+, II).

3° tiro.
Affrontare un muretto, per poi salire delle facili placche adagiate. Puntare ad una evidente fessura obliqua. Sostare poco sotto un muretto di roccia scura, posto a destra della fessura.
(S3: 1 chiodo tolto; 450m, II+, II).

4° tiro.
Dalla sosta, salire un po' verso sinistra fino a raggiungere la fessura. Rimontarla a raggiungere un tratto più facile. Ora, spostandosi a verso destra, puntare ad una fessurina verticale che incide una placca più ripida e povera di appigli. Sostare a destra su un terrazzino. In alternativa, traversare una decina di metri fino alla base di una fessure-camino che sale verticalmente.
(S4: 2 chiodi tolti; 40m, IV, II, III).

5° tiro.
Alzarsi e obliquare verso destra per belle placche fino a raggiungere la fessura-camino molto evidente. Salire e, ad una biforcazione, prendere la fessura di destra e proseguire leggermente verso destra puntando ad una nicchia. Da qui, o salire direttamente, oppure spostarsi prima a sinistra, poi a destra, fino a raggiungere un terrazzino.
(S5: 2 chiodi tolti; 45m, III, II+).

6° tiro.
Salire per rocce articolate andando verso destra, portandosi sotto agli strapiombi sommatali. Traversare facilmente fino al termine degli strapiombi e una decina di metri dopo sostare.
(S6: 2 friend (tolti!); 45m, III-, II, I).

7° tiro.
Traversare un paio di metri, per poi salire per facili rocce e infine per sfasciumi fino alla cresta. La via termina su una lunga cresta, anche se in realtà la vetta vera e propria è ben più a destra e più alta.
Sosta su spuntone.
(S7: ancoraggio naturale; 40m, II).

 


Simpatica via su difficoltà medio-basse, su roccia piuttosto buona e in un simpatico ambiente.



Federico Battaglin
Italy
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