VIA DEL SASSO NERO (sottogruppo del Moschesin, Tamer - San Sebastiano).

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Questa via è nata da una specie di inseguimento sui monti, tra due cordate. Nel senso che due miei amici, dicendomelo quasi per caso, avevano intenzione di aprire una via nuova in una zona su cui non solo avevo puntato gli occhi, ma avevo aperto pure una via nuova (per la precisione Via Ottottobre sulla Cima di Forcella Stretta).
Così, assieme alla mia morosa, siamo andati alla ricerca dell’altra cordata e a vedere se stavano aprendo una via... Facendo quasi una cordata unica, è nato questo simpatico itinerario.

La Cresta dei Camìn è in realtà composta da due cime separate da un evidente canalone, che poco sotto le vette si restringe parecchio e grazie ad un masso incastrato, è possibile passare da una cima all’altra.
La quota riportata nelle cartine topografiche si riferisce a Cima Nord della Cresta dei Camìn, 2315 metri; più bassa è invece Cima Sud, 2307 metri.
La via proposta termina in vetta alla Cima Nord della Cresta dei Camìn.

 

Via del sasso nero sulla Cima Nord della Cresta dei Camin nel sottogruppo del Moschesin Nota 1: Il nome della via è dovuto al fatto che esattamente un centinaio di metri sopra l’attacco dell’itinerario, c’è un evidente masso di color scuro visibile anche da lontano.
Nota 2: L'attacco della via è facilmente individuabile sia per la presenza di un segno rosso sia perchè a 15/20 metri da terra è presente un chiodo con un cordino. La via è rimasta parzialmente chiodata, con 2 chiodi in sosta, 2 chiodi di passaggio, oltre a dei cordini incastrati lasciati nelle soste non chiodate. Infine degli ometti di sassi indicano sia l’attacco sia le soste: meglio di così...
Nota 3: La qualità della roccia è abbastanza buona, a volte ottima, altre volte un po’ delicata.

 

Nome della via Via del sasso nero
Apritori Federico Battaglin, Marco di Tommaso e Giovanna Galeazzo a c. a.
Data apertura 7 Luglio 2002
Difficoltà Dal II al IV
Sviluppo 350 metri.
Gruppo montuoso Sottgruppo del Moschesin (Tamer)
Montagna Cima Nord dei Camìn, 2315 metri.
Versante Parete Ovest

 

Avvicinamento

Dalla "Agordina" prendere la carreggiabile che porta al Passo Duràn; lasciare l'auto al piazzale presso il Sasso di Caleda, ovvero dove inizia il sentiero n° 543.
Seguire interamente il sentiero fino a Malga Moschesin. Da qui, prendere il sentiero che porta verso Forcella Moschesin: seguirlo per una decina di minuti, fin quando agevolmente si riesce a giungere alla base delle pareti.
Arrivati davanti al canalone che separa le due cime e le due pareti della Cresta dei Camìn, traversare a sinistra, prima salendo, poi scendendo il pendio. Si passa sotto ad una rientranza della parete, in quel punto abbastanza liscia; dopo una cinquantina di metri, nel punto più basso, in corrispondenza di uno spigoletto arrotondato, vi è l’attacco della via.
Tempo di avvicinamento: 2 ore e mezza circa.

Discesa

Dalla vetta, spostarsi lungo la cresta verso nord, scendere per una cinquantina di metri per prati. Appena possibile, traversare verso destra (faccia a valle, verso Est) e mirare alla forcella che delimita, a nord, la Cima Nord della Cresta dei Camìn. Suddetta forcella appare di terriccio sabbioso di color chiaro.
Scendere completamente il largo canale fino ad arrivare alla base delle pareti, situate a sinistra. Traversando a sinistra si raggiunge nuovamente l’attacco della via. E dopo venti minuti si arriva alla malga, citata in precedenza.
Tempo di discesa: 1 ora circa fino alla malga; 3 ore in totale.

La via

1° tiro.
Dal punto più basso della parete (ometto di sassi), salire lungo un arrotondato spigolo percorrendo delle belle placche appoggiate. Lasciato un chiodo con cordino a 15/20 metri da terra.
Proseguire poi per gradoni, fino ad un caminetto, oltre il quale si sosta su una cengia con masso appoggiato.
(S1: ancoraggio naturale; 50m, III-, II, III-: 1 ch lasciato).

2° tiro.
Salire una facile caminetto superficiale, superare dei gradoni puntando ad un evidente caminetto (III) che taglia una fascia di roccia nero-grigio. Il caminetto e il relativo piastrino soprastante sono di roccia un po’ friabile. Salito il piastrino, spostarsi leggermente a sinistra per sostare su una cengia su un chiodo lasciato.
(S2: 1 ch lasciato; 40m, II+/III, III).

3° tiro.
Puntare all’evidente sasso nero situato una trentina di metri sopra e che ha caratterizzato il nome della via. Dapprima seguire una larga fessura, da destra verso sinistra. Sotto il "sasso nero", prendere il caminetto situato a destra. Proseguire ancora fino ad un piccolo pino mugo dove si sosta.
(S3: ancoraggio su mugo; 50m, II+/III, III).

4° tiro.
Salire per roccette adagiate puntando alla soprastante fascia leggermente strapiombante. Superarla nel punto più facile, ovvero un po’ sulla sinistra (IV); lasciato un chiodo e un ometto di sassi sotto lo strapiombo. Proseguire poi per belle placche appoggiate di roccia buona fino alla base di un diedrino aperto. Sostare su un chiodo lasciato.
(S4: 1 ch lasciato; 45m, II, IV, III: 1 ch lasciato).

5° tiro.
Superare il soprastante diedrino di roccia ottima. Proseguire poi per rocce rotte fino ad un blocco di roccia staccato, situato su uno spigoletto, a sinistra del quale corre una colatoio.
(S5: ancoraggio naturale; 45m, III, II+).

6° tiro.
Seguire a destra la cresta a destra del colatoio per una quindicina di metri fin dove è più facile attraversare a sinistra. Puntare ad una fascia di roccia verticale e superare il tratto verticale sostandosi a sinistra. Possibilità di proteggersi a friend, misura medio-piccola. In alternativa è possibile affrontare la fessura a destra, ma con difficoltà leggermente maggiori.
Seguono poi delle bellissime pacche adagiate di roccia ottima che conducono ad una cengia. Sostare qualche metro sopra su delle rocce di color chiaro. Lasciato un cordino incastrato in una fessura.
(S6: 1 ch tolto; 55m, II+, IV, IV-).

7° tiro.
Dalla sosta salire per rocce un po’ friabili puntando alla cresta di vetta. Sostare a sinistra su l’unico masso affiorante lì vicino.
(S7: 1 ch tolto; 20m, II+).

 


Simpatica via su difficoltà medio-basse, su roccia abbastanza buona e in un ambiente molto bello.



Federico Battaglin
Italy
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