VIA OTTOTTOBRE (abbreviata in 88BRE).

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Non capita certo spesso che il giorno di apertura, non solo costituisca il nome della via stessa, ma anche sia particolare da scrivere, o meglio ancora, da abbreviare!
Quel giorno sono stato fortunato, in quanto, in 8 Ottobre, giorno di apertura dell'itinerario, ci sono 2 "otto" e così... ecco l'abbreviazione: 88bre!
Vabbeh! A parte questo piccolo dettaglio, ho molti ricordi legati a questa lunga via.

  1. In biblioteca del CAI della sezione di Padova, avevo cercato di vedere se c'erano pareti libere nella zona del Tamer San Sebastiano. Ma perché proprio questa zona? Beh, perché, arrampicando in Moiazza, il Tamer San Sebastiano ce l'avevo sempre davanti e quindi... la mia curiosità...
    Così, sapendo che c'erano un paio di pareti libere, un giorno sono partito con il mio amico Alberto e, guardando le pareti, abbiamo scelto questa in base alla fattibilità e alla bellezza della stessa.

  2. Poche sono le volte in cui ho fatto caso al sole che gira che poi tramonta. Bene, una di queste è proprio durante l'apertura di 88bre! La via è lunga e non è stato semplice trovare l'itinerario più logico e semplice, e intanto il tempo passava...

  3. In vetta siamo arrivati poco prima del buio, ma non sufficientemente prima di poter scendere il tratto meno facile con un po' di luce. La luna, per fortuna, c'era....! "Beh", si potrà dire, "con le frontali, con ci sono problemi...". Sì certo, ma, come è facile immaginare, non ce le avevamo e quindi... siamo scesi alla luce lunare. Molto bello, comunque; lo rifarei!!!


Nota 1: L'attacco della via è ben segnato dal nome abbreviato della via: non ci si può sbagliare.
Invece la via non è rimasta chiodata e pertanto non ci sono altri segni di passaggio se non dei punti rossi per le soste, alcune piccole frecce e degli ometti di sassi, dove è stato possibile costruirli.
Pertanto è una via a carattere esplorativo.

Nota 2: La qualità della roccia non è sempre buona, anzi in alcuni punti è friabile; fortunatamente, il passo di V è su roccia abbastanza buona e sicura. Nel complesso, comunque, è una via di media difficoltà, lunga ma di soddisfazione, soprattutto se non si è legati troppo alla necessità di trovare sempre roccia perfetta!!!

 

Nome della via Via Ottottobre (abbreviata in 88BRE)
Apritori Federico Battaglin e Alberto Frasson a c. a.
Data apertura 8 Ottobre 1995
Difficoltà fino al III+, pp. di IV e 1 p. di V
Sviluppo 520 metri.
Gruppo montuoso Castello del Moschesin (Tamer)
Montagna Cima di Forcella Stretta, 2237 metri.
Versante Parete Ovest

 

Avvicinamento

Dalla "Agordina" prendere la carreggiabile che porta al Passo Duràn; lasciare l'auto al piazzale presso il Sasso di Caleda, ovvero dove il sentiero n° 543 abbandona la strada asfaltata. Seguire il sentiero superando una piccola forcella, continuare fino ad un ghiaione e prendere la traccia segnata che porta a Forcella Larga, posta a sinistra della cima in questione.
A qualche centinaio di metri dalla parete, abbandonare la traccia andando verso destra e salire lo stretto canalone fin quasi sotto la parete. Andare a destra per un pendio di sfasciumi e, parallelamente alla parete, scendere dall'altra parte per una decina di metri fino ad un ben visibile masso in corrispondenza di un camino: qui ha inizio la via (il nome, "88bre", della via è segnato in rosso). Comunque, duecento metri a destra, in corrispondenza di una zona mugosa, inizia la via Pontel-Marcuzzi del 1975.
Tempo di avvicinamento: 2 ore circa.

Discesa

Si scende per il versante Est, seguendo una serie di cenge poste su piani diversi che corrono, parallelamente alla cresta, lungo la direzione Nord-Sud.
Seguire la cresta verso Nord (a sinistra), si scende poi costeggiando un muretto. Percorrere direttamente (verso Est) la ripida banconata detritica superando un breve saltino. Continuare la discesa decisamente verso destra (verso Sud: si torna indietro) per prendere l'ultima cengia a destra, appunto per dove il salto per raggiungerla è più breve. Proseguire ora verso Nord seguendo la traccia che porta a Forcella Larga. Perdere quota lungo il ripido ghiaione arrivando al sentiero n° 543, seguirlo verso destra giungendo poi all'auto.
Tempo di discesa: 3 ore circa.

La via

1° tiro.
Seguire il camino per una ventina di metri e, quando si allarga, con un delicato passaggio (III, 1 nut), spostarsi a sinistra e continuare a salire per una placca appoggiata coperta da sfasciumi, arrivando ad una nicchia, dove si sosta.
(S1: 2 ch; 45m, II, III, II: 1 nut).

2° tiro.
Traversare a sinistra per quattro metri e salire per un muretto non molto solido e arrivare sotto una difficile placca; a sinistra è possibile proteggersi con un chiodo. Attraversare a destra con delicatissimi passaggi su roccia friabile (IV, 1 fr) fino a superare uno spigoletto, si arriva ad un largo colatoio e iniziare a risalirlo per una quindicina di metri, sostando prima di un muretto.
(S2: 1 fr; 30m, II, IV, III, I: 1 ch + 1 fr).

3° tiro.
Evitare il muretto iniziale passando a sinistra e spostarsi subito a destra per superare, nel punto più facile, per un diedrino, l'imminente fascia strapiombante (III, 1 ch) e seguire il colatoio. Sostare dieci metri dopo un saltino.
(S3: 1 ch; 50m, II, passi di III: 1 ch).

4° tiro.
Continuare a salire il colatoio con arrampicata elementare, sostare poco sotto e a destra di un enorme masso.
(S4: 1 fr + 1 ch; 40m, II: nessuna protezione).

5° tiro.
Salire ancora per il colatoio per venti, trenta metri a spostarsi a destra per poi salire, leggermente verso sinistra, per una placca infida (III/III+, 1 fr), a sinistra di un camino franoso, sostare su un esposto terrazzino.
(S5: 2 ch; 45m, II, 1 tratto di III/III+: 1 fr).

6° tiro.
Salire verso sinistra per una placca fessurata ed esposta in piena parete (III+, 1 p. IV, 1 fr + 1 ch) e superare un diedrino arrivando ad una cengia franosa. Spostarsi a sinistra e salire per dove è più facile e meno pericoloso (III, 1 fr), arrivando ad una piccola cengia inclinata e franosa, a sinistra di uno spigoletto. Sostare su uno spuntone, dove la roccia è meno friabile.
(S6: 1 spuntone; 50m, III+, IV, poi III delicato: 2 fr + 1 ch).

7° tiro.
Dallo spuntone salire leggermente verso destra e prendere un caminetto-colatoio in prossimità dello spigoletto, fino ad arrivare ad un conoide detritico. Salire a destra di un pilastrino e aggirarlo sulla sinistra fino ad un grosso masso incastrato proprio su una forcelletta. Si sosta facendo sicura in vita, con il corpo incastrato tra la forcella e il masso incastrato.
(S7: sosta fantasma; 55m, II/III: nessuna protezione).

8° tiro.
Salire verso destra per una rampa sotto una parete gialla, superando qualche breve caminetto ed aerei passaggi sulla cresta di grosse scaglie, sempre su roccia poco sicura.
Sostare su un terrazzo detritico.
(S8: 1 fr + 1 ch; 45m, III: nessuna protezione).

9° tiro.
Prendere il caminetto di destra e con un passaggio delicato ritornare nella rampa.
Uscire nuovamente dalla rampa e superare un breve caminetto che permette di arrivare ad un esposto terrazzino, dove si sosta.
(S9: 1 nut + 1 fr; 45m, III: 1 nut).

10° tiro.
Spostarsi inizialmente all'esterno per poi entrare in uno stretto camino muschiato. Passare sotto un masso incastrato ed uscire sulla destra e sostare in una piccola nicchia franosa alla fine di un caminetto.
(S10: 1 fr + 1 ch; 45m, III: nessuna protezione).

11° tiro.
Spostarsi a destra su roccia poco sicura con traversata esposta, salire la soprastante placca liscia (1 passo IV, poi III+, 1 ch), fino ad arrivare alla base di un diedro strapiombante inizialmente marcio (1 ch). Superarlo attaccandosi ad appigli sempre solidi, prima grandi e poi piccoli (V).
Continuare per facile placca giungendo ad un terrazzino, dove si sosta.
(S11: 1 ch + 1 fr; 45m, IV, III+, V, III-: 2 ch).

12° tiro.
Dalla sosta seguire la fessurina che inizialmente incide la placca e infine arrivare alla cresta di vetta.
(S12: 1 fr; 25m, II, II: nessuna protezione).

 


Via abbastanza lunga su roccia non sempre buona, ma interessante per il suo carattere esplorativo dando la sensazione ai ripetitori di un alpinismo d'altri tempi.



Federico Battaglin
Italy
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