SCALA DELLA DIFFICOLTA' di ARRAMPICATA su GHIACCIO.

Guarda subito la tabella della difficoltà complessiva.
Guarda subito la tabella della difficoltà tecnica.


E' da un decennio e forse poco più che si è diffusa in modo discretamente capillare l'arrampicata su ghiaccio o, meglio, su cascate di ghiaccio. Così, come per l'arrampicata su roccia, si è sentita l'esigenza di avere una scala della difficoltà. Ma, in realtà, ci sono due scale...

INTRODUZIONE.
La pratica dell'arrampicata su cascate di ghiaccio è un'attività, tutto sommato, abbastanza recente, rispetto all'arrampicata su roccia. Questo fatto è dovuto all'evoluzione molto rapida dei materiali, quali le piccozze e i ramponi. Questi due attrezzi non sono quelli classici usati su ghiacciaio o su pareti di ghiaccio non troppo ripide, bensì sono stati concepiti per ghiaccio molto ripido, verticale e addirittura strampiombante. Le piccozze hanno un manico ricurvo e i ramponi hanno le punte frontali veramente acuminate. E questo per poter applicare la tecnica del piolet-traction, ovvero l'arrampicata frontale con due piccozze e i ramponi.
Fino alla fine degli Anni Ottanta, per classificare le cascate di ghiaccio si adoperava la classica scala francese per le difficoltà globali: F, PD, AD, D, TD, ED, ABO, ma si è visto che non era sufficiente. Così negli Anni Novanta, in Canada è nata una scala creata apposta per le scalate su ghiaccio difficile e cascate di ghiaccio; scala che poi è stata adottata universalmente e usata tutt'ora. In realtà poi le scale sono due: una per la difficoltà complessiva e l'altra per la difficoltà tecnica.
Quindi, per una cascata, una salita su ghiaccio, si ha la seguente scrittura, per esempio: II, 4: dove il primo numero, quello in romano, indica la difficoltà complessiva, e il secondo, in arabo, la difficoltà tecnica.

DIFFICOLTA' COMPLESSIVA.
La difficoltà complessiva indica l'impegno complessivo dell'intera ascensione, dall'avvicinamento, alla salita vera e propria e alla discesa. Tiene conto della lunghezza dell'avvicinamento e del ritorno, l'isolamento, la quota e i pericoli oggettivi.
La scala è espressa in numeri romani, ed è la prima indicata. I gradi sono 7 anche se in genere l'ultimo è raramente usato. Inoltre valgono le suddivisioni intermedie "+" più e "-" meno.

GRADO DEFINIZIONE
I Scalata corta e vicino alla strada. Soste attrezzate e discesa elementare.
II Cascata di una o due lunghezze di corda, vicina alla strada. Pochi pericoli oggettivi e semplice discesa in doppia.
III Salita di più lunghezze di corda, dove è necessario sapersi muovere in ambiente invernale. L'avvicinamento può essere lungo e i rischi oggettivi non trascurabili.
IV Itinerario di più lunghezze di corda in ambiente isolato e con avvicinamento lungo. Richiede una buona esperienza nell'ambiente invernale. Esposizione a rischi oggettivi. Discesa impegnativa con corde doppie, anche su ancoraggi "Abalakov".
V Lunga scalata in ambiente di alta montagna, dove è richiesto un buon livello alpinistico. Discesa difficile e non attrezzata e scarse possibilità di eventuale ritirata. Esposizione a valanghe.
VI Itinerario a più tiri su una grande parete in ambiente isolato di alta quota. Grande esposizione di rischi oggettivi: valanghe, caduta ghiaccio e pietre. Difficile da ripetere in una giornata: presenta problematiche dovute alla logistica.
VII Stesse difficoltà del grado "VI", ma con l'aggiunta di una maggiore continuità delle difficoltà. 

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DIFFICOLTA' TECNICA.
La difficoltà tecnica indica l'impegno tecnico della sola salita su ghiaccio. Tiene conto della pendenza e della lunghezza del tratto più ripido, della qualità del ghiaccio e della difficoltà di collocare protezioni e del loro gradi di tenuta.
La difficoltà tecnica è espressa in numeri arabi, ed è la seconda indicata. I gradi sono 7 anche se in genere l'ultimo è raramente usato. Valgono inoltre le suddivisioni intermedie "+" più e "-" meno.

GRADO DEFINIZIONE
1 Pendenza fino a 60°.
2 Tratti con pendenza di 60°/70° su ghiaccio solido e con buon possibilità di assicurazione.
3 Passaggi e/o tratti con pendenza di 70°80°, intervallati da zone più facili, sempre su ghiaccio ottimo e con buone possibilità di assicurazione.
4 Salita con lunghi tratti di 75°/85° con possibilità di un breve tratto verticale. Il ghiaccio è generalmente buono e le protezioni offrono sufficiente tenuta.
5 Lungo tratto (al massimo mezzo tiro di corda) con pendenza di 85°/90° su ghiaccio a volte delicato e fragile. In questo grado sono contate anche le candele e strutture a cavolfiore.
6 Una o più lunghezze a 90° con pochi punti di riposo. Ci può essere qualche passaggio leggermente strapiombante. Il ghiaccio può avere una qualità pessima e le protezioni sono spesso aleatorie.
7 Una o più lunghezze a 90° o strapiombante oppure sottile. Le protezioni sono quasi inutili. Richiede ottime condizioni psico-fisiche.

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NOTE FINALI.
Le definizioni dei vari gradi di difficoltà di entrambe le scale possono leggermente variare da guida a guida. E' importante quindi informarsi su chi ha compilato la guida stessa: conviene quindi confrontare la valutazione riportata da diversi autori. Informarsi poi da arrampicatori locali sulle condizioni del ghiaccio, di pericoli oggettivi e della difficoltà tecnica, prendendo però quest'ultima informazione non come oro colato, ma con le molle. Questo perché gli arrampicatori locali, abituati a ripetere le scalate di casa, posso essere di manica un po' stretta!



Federico Battaglin
Italy
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